I verbi riflessivi sono un tipo speciale di verbi italiani. Per usarli correttamente, dobbiamo capire le diverse categorie e il loro significato.
Come riconoscere i verbi riflessivi
I verbi riflessivi usano sempre un pronome riflessivo: mi, ti, si, ci, vi, si.
Esempio:
- Io mi lavo.
- Tu ti pettini.
- Lui si veste.
La forma è sempre “pronome riflessivo + verbo”. Ma attenzione, ci sono diversi tipi di verbi riflessivi!
1. Verbi riflessivi propri (o diretti)
In questo caso, il soggetto del verbo compie l’azione su se stesso.
Esempio:
- Francesca si specchia. (Francesca specchia se stessa)
- Giovanni si rade. (Giovanni rade se stesso)
2. Verbi riflessivi impropri
I verbi riflessivi impropri si dividono in due categorie:
a) Verbi riflessivi apparenti
Qui, l’oggetto dell’azione è diverso dal soggetto. Il pronome riflessivo indica a chi è “destinata” l’azione.
Esempio:
- Mi compro una borsa. (Compro una borsa per me)
- Francesca si lava i capelli. (Lava i capelli a se stessa)
b) Verbi riflessivi reciproci
Questi verbi indicano un’azione che viene fatta da due o più persone, una verso l’altra.
Esempio:
- Marco e Giorgia si telefonano. (Marco telefona a Giorgia, e Giorgia telefona a Marco)
- Voi vi salutate. (Voi salutate gli altri, e gli altri salutano voi)
3. Verbi riflessivi pronominali
In questo caso, il pronome non ha un significato preciso, ma è necessario per usare il verbo.
Esempio:
- Accorgersi (Non possiamo dire solo “accorgere”)
- Pentirsi
- Ribellarsi
Ricorda: Alcuni verbi cambiano significato quando usati in forma riflessiva pronominale.
Esempio:
- Abbandonare (lasciare) -> Abbandonarsi (perdersi d’animo)
Esercizi:
https://wordwall.net/it-it/community/italiano/verbi/riflessivi
