S2E5 Il nord Italia a tavola dalla polenta al risotto

Bentornate e bentornati  ad Italianodavivere, il podcast per imparare l’italiano e vivere l’Italia in tutti i suoi aspetti. Sono Francesco, il vostro insegnante e tutor di italiano online, e sono pronto a guidarvi in un nuovo viaggio nella cultura italiana.

Questo è il secondo argomento della nostra stagione due,  dedicato alle tradizioni culinarie regionali, un mosaico di sapori che riflette la storia e la geografia del nostro Bel Paese.

L’episodio di oggi è un invito a sedersi a tavola nel Nord Italia. Il titolo è: ‘Il nord Italia a tavola: dalla polenta al risotto’. Parleremo di quelle ricette che sono l’anima di regioni come la Lombardia, il Veneto, la mia amata Piemonte e la Valle d’Aosta. Dal comfort food delle montagne, alla raffinatezza dei risotti. Preparate le vostre papille gustative, perché oggi scopriamo come l’arte di arrangiarsi con ingredienti semplici abbia dato vita a piatti che fanno il giro del mondo.”

Quando parliamo del Nord, parliamo subito di sostanza e di calore. La cucina qui è nata per affrontare gli inverni rigidi ed è dominata da due grandi ‘R’: il riso e la farina di mais.

Partiamo proprio dalla farina di mais, base della Polenta. Questo non è solo un piatto, è un simbolo della cultura contadina di intere regioni. Originariamente era il cibo povero per eccellenza, ma la sua versatilità l’ha resa immortale. Nelle valli alpine, in Lombardia e in Veneto, troviamo le sue versioni più robuste: la Polenta Taragna o concia, un mix di farina di mais e grano saraceno arricchita da burro e formaggio. Un comfort food insuperabile, specialmente in una baita di montagna. Un appunto per chi, come me, è vegano: la polenta base, cotta con acqua e sale, è perfetta e si sposa divinamente con un sugo di funghi porcini o un ragù di lenticchie, mantenendo intatta l’autenticità rustica del piatto.

Dalla farina si passa al chicco: il risotto. Spostandoci in Piemonte e in Lombardia, nelle zone di pianura ricche di risaie, entriamo nel mondo dei risotti, una cucina che richiede tecnica e pazienza. Il risotto per antonomasia è quello alla milanese, il cui colore giallo intenso non viene dalla curcuma, ma dal pregiatissimo zafferano. Questo piatto racconta una storia di lusso e raffinatezza, contrapposta alla semplicità della polenta. La mantecatura finale con burro e parmigiano è l’ultimo, fondamentale, tocco di cremosità. Anche qui, per chi preferisce una cucina vegetale, è facile sostituire i latticini con un ottimo olio extra vergine d’oliva o una panna vegetale: il sapore dello zafferano rimane il vero protagonista.

Infine, non possiamo dimenticare la pasta fresca ripiena. Pensate agli agnolotti del plin, specialità piemontese: piccoli, chiusi a pizzico, come dice il nome in dialetto, ripieni tradizionalmente di carne arrosto, o ai casoncelli lombardi. Sono l’esempio di come l’arte culinaria non sprechi nulla, trasformando ingredienti semplici o avanzi in piccoli capolavori gastronomici. Questi piatti sono la prova che la cucina del Nord, pur essendo percepita come “pesante”, in realtà è un capolavoro di equilibrio tra ingredienti della terra e tecniche sopraffine.”

Spero che  i sapori del Nord Italia vi abbiano incuriosito e magari vi abbiano dato voglia di provare qualche nuova ricetta.

Nella prossima puntata, ci sposteremo verso il cuore della penisola. L’appuntamento è con ‘La cucina del centro: pasta, cinghiale e tartufi’, dove esploreremo i tesori della cucina toscana, umbra e marchigiana. Non mancate

Vi ricordo che potete trovare la trascrizione completa di questa e di tutte le altre puntate su italianodavivere.com. Potete usare il testo per migliorare l’ascolto e la comprensione.

Grazie e a  presto con i podcast di Italianodavivere.

S2E4 L’arte contemporanea i nuovi talenti italiani

Ciao benvenute e benvenuti su Italianodavivere, il podcast pensato per portarvi la cultura italiana direttamente a casa vostra! Io sono Francesco 

Dopo tre episodi dedicati alla storia, ai movimenti e ai grandi nomi, siamo giunti all’ultimo appuntamento di questo primo ciclo tematico sull’arte italiana. Oggi, chiudiamo in bellezza guardando al presente e al futuro: parleremo dell’arte contemporanea: i nuovi talenti italiani.

Che cosa succede oggi nel mondo dell’arte in Italia? E chi sono gli artisti che dobbiamo tenere d’occhio?

L’arte contemporanea italiana è viva, dinamica e molto diversificata. Una delle tendenze più forti è l’uso di materiali inusuali e un ritorno all’artigianato di alta qualità, ma con uno sguardo moderno.

Vorrei parlarvi di due tipi di artisti emergenti che stanno facendo molto parlare di sé:

1. I “Narratori del Corpo”

Molti giovani artisti usano il corpo umano e l’identità come centro della loro ricerca. Spesso, lo fanno in modo critico, per riflettere sulla società, sull’identità di genere o sui cambiamenti climatici.

Un nome interessante in questo campo è Alice Visin. Nelle sue tele, le figure umane sono spesso distorte, quasi dei fumetti, ma piene di emozioni. Lei usa la pittura per raccontare storie di vita quotidiana e di sentimenti, mescolando elementi che sembrano infantili con temi molto profondi. Le sue opere sono spesso in mostra in gallerie a Milano e Torino, le città che sono i nuovi centri dell’arte contemporanea in Italia.

2. Gli “Esploratori della Materia” 

Altri artisti stanno sperimentando con la materia e l’installazione. Non solo pittura o scultura tradizionale, ma oggetti che occupano lo spazio in modi nuovi.

Un esempio è l’artista palermitano Giuseppe Penone, famoso per le sue sculture che integrano natura e tempo. Certo, Penone non è più un “nuovo talento”, è un maestro, ma la sua influenza si vede tantissimo in artisti più giovani, come quelli che lavorano con il legno, con la terra o il vetro di Murano, ma li trasformano in forme astratte e attuali.

Pensate a un artista come Riccardo Paratore. Le sue opere sembrano spesso frammenti di roccia o di edifici abbandonati. Lui prende elementi dalla periferia e li trasforma in arte, parlando di memoria e di come i luoghi cambiano nel tempo.

Dove vedere questa “nuova arte”?

Se siete in Italia, non dovete cercare solo a Roma, Firenze o Venezia. I centri più importanti per il contemporaneo sono:

  • Milano: con musei come la Fondazione Prada o l’Hangar Bicocca, che ospitano installazioni gigantesche.
  • Torino: la città ha una fiera d’arte molto famosa, Artissima, che ogni anno lancia decine di nuovi nomi.

Siamo giunti alla fine anche di questo quarto episodio, e con esso si conclude il nostro primo ciclo interamente dedicato all’arte italiana. Spero che questo viaggio, dalle radici storiche fino ai giovani talenti di oggi, vi abbia dato nuove prospettive e magari l’ispirazione per visitare qualche mostra.

Ma non temete, Italianodavivere tornerà presto con un nuovissimo ciclo di quattro episodi, pronto a deliziare non solo la vostra mente, ma anche il vostro palato! Il prossimo tema che esploreremo insieme sarà: le tradizioni culinarie regionali. Preparatevi a scoprire i segreti e le storie dei piatti più autentici e gustosi d’Italia!

Come sempre, se desiderate rileggere i concetti che abbiamo affrontato, la trascrizione completa di questo e di tutti gli altri episodi è disponibile sul sito italianodavivere.com.

Grazie per aver vissuto anche questo episodio con me. Vi aspetto al prossimo ciclo! Ciao a tutti e  a tutte.

S2E3 Il Barocco in Italia: Luci e Ombre

Benvenuti e benvenute su Italianodavivere, il podcast per chi vuole esplorare la lingua e la cultura italiana oltre i libri di testo. Io sono Francesco e questo è il nostro terzo episodio della seconda stagione.

Oggi, spegneremo le luci e riaccenderemo i riflettori su uno dei periodi artistici più drammatici, grandiosi, ma anche controversi della nostra storia: Il Barocco in Italia

Quando pensiamo al Barocco, pensiamo subito a Roma e al Seicento. È un’epoca di grandi rivoluzioni scientifiche, ma anche di forte instabilità politica e religiosa. L’arte in questo contesto non è solo bellezza, è soprattutto comunicazione e persuasione.

Dopo la razionalità e l’equilibrio del Rinascimento, questo stile rompe ogni regola. Le sue “luci” sono la dinamicità, il dramma e l’emozione intensa.

Pensate alle sculture di Gian Lorenzo Bernini, come l’Estasi di Santa Teresa: stoffe che si muovono nel vento, visi che esprimono piacere o dolore assoluto. Non c’è staticità, c’è solo movimento continuo. Oppure pensate a Caravaggio, con i suoi chiaroscuri violenti: la luce è una lama che squarcia il buio, mettendo in risalto la vera natura umana.

Il Barocco vuole coinvolgere totalmente lo spettatore, portarlo dentro la scena, fargli provare l’evento, non solo guardarlo. In questo senso, è un’arte estremamente moderna, fatta per le masse. La sua “luce” è la capacità di emozionare senza filtri.

Ma il Barocco ha anche le sue “ombre”. La parola stessa, barocco, deriva probabilmente dal portoghese barroco, che significa “perla irregolare, bizzarra”. Per i critici successivi, questa arte era troppo. Troppo teatrale, troppo decorata, troppo concentrata sull’eccesso.

L’ombra più grande, però, è legata al suo uso. Questa grandiosità costosa e imponente fu usata dalla chiesa della controriforma e dalle monarchie assolute come potente strumento di propaganda. Lo scopo non era solo celebrare Dio, ma celebrare il potere: il potere della chiesa, il potere del Re.

Questi artisti, pur essendo geni assoluti, spesso lavoravano con l’obiettivo preciso di impressionare e intimorire, dimostrando la ricchezza e l’autorità del committente. Questo ha portato, talvolta, a una percezione di arte non sincera, ma puramente retorica e manipolatoria.

Quindi, quando camminate oggi in una chiesa barocca, chiedetevi: sto ammirando l’ingegno o sto subendo una strategia? In questo contrasto tra emozione pura e strategia di potere risiede tutta la bellezza e la complessità del barocco italiano.

E con questo contrasto, che è il cuore stesso del Barocco, chiudiamo la puntata di oggi. Il nostro sarà un arrivederci breve. Infatti, la prossima settimana, ci aspetta l’ultimo appuntamento di questo ciclo sull’arte italiana. Parleremo di presente e futuro con un episodio intitolato: l’arte contemporanea: I nuovi talenti italiani.

Non perdete l’occasione di scoprire chi sta scrivendo le nuove pagine della creatività italiana. Come sempre vi ricordo che troverete la trascrizione di questo podcast su italianodavivere.com. Grazie a tutti e a tutte.

Vocabolario dal Podcast

Parola in ItalianoTraduzione in IngleseTraduzione in FranceseTraduzione in Spagnolo
Esplorare (v.)To exploreExplorerExplorar
Riflettori (s.m. pl.)SpotlightsProjecteursFocos / Reflectores
Drammatici (agg.)DramaticDramatiquesDramáticos
Grandiosi (agg.)Grandiose / MagnificentGrandioses / MagnifiquesGrandiosos
Controversi (agg.)ControversialControversésControvertidos
Instabilità (s.f.)InstabilityInstabilitéInestabilidad
Persuasione (s.f.)PersuasionPersuasionPersuasión
Razionalità (s.f.)RationalityRationalitéRacionalidad
Equilibrio (s.m.)Balance / EquilibriumÉquilibreEquilibrio
Dinamicità (s.f.)DynamismDynamismeDinamismo
Intensa (agg.)IntenseIntenseIntensa
Assoluto (agg.)AbsoluteAbsoluAbsoluto
Staticità (s.f.)StaticityStaticitéEstaticidad
Chiaroscuri (s.m. pl.)Chiaroscuro (light and shadow)Clair-obscurClaroscuros
Squarcia (v. – da squarciare)To tear / To pierceDéchirer / FendreRasgar / Atravesar
Coinvolgere (v.)To involve / To engageImpliquer / EngagerInvolucrar
Spettatore (s.m.)Spectator / ViewerSpectateurEspectador
Filtri (s.m. pl.)FiltersFiltresFiltros
Bizzarra (agg.)Bizarre / OddBizarreBizarra / Extraña
Eccesso (s.m.)ExcessExcèsExceso
Teatrale (agg.)TheatricalThéâtralTeatral
Decorata (agg.)Decorated / OrnateDécorée / OrnéeDecorada
Grandiosità (s.f.)Grandeur / MagnificenceGrandiositéGrandiosidad
Imponente (agg.)Imposing / MassiveImposantImponente
Strumento (s.m.)Instrument / ToolInstrument / OutilInstrumento / Herramienta
Propaganda (s.f.)PropagandaPropagandePropaganda
Intimorire (v.)To intimidate / To frightenIntimider / EffrayerIntimidar
Committente (s.m./f.)Patron / ClientCommanditaire / MécènePatrocinador / Cliente
Retorica (agg./s.f.)Rhetorical / RhetoricRhétoriqueRetórica
Manipolatoria (agg.)ManipulativeManipulatriceManipuladora
Ingegno (s.m.)Ingenuity / SkillIngéniosité / TalentIngenio
Subendo (v. – da subire)Suffering / UndergoingSubissant / SubissantSufriendo
Risiede (v. – da risiedere)Resides / LiesRéside / ReposeReside
Contrasto (s.m.)ContrastContrasteContraste

S2E2 L’architettura romana e il suo impatto nel mondo

Ciao a tutti e bentornati a “Italianodavivere”, il podcast che esplora le meraviglie della lingua e della cultura italiana. Sono Francesco, e nel nostro primo episodio di questa seconda stagione abbiamo esplorato l’incredibile periodo del Rinascimento e i suoi geni: Leonardo, Michelangelo e Raffaello. Oggi, però, facciamo un salto indietro nel tempo, non per dimenticare, ma per capire le radici di quella rinascita. Ci concentreremo sull’architettura romana e sul suo impatto duraturo nel mondo.

Il Rinascimento non è nato dal nulla; gli artisti e gli architetti di quel periodo hanno studiato e si sono ispirati alle imponenti rovine dell’antica Roma. Ma cosa rendeva l’architettura romana così innovativa e influente?

I Romani erano dei maestri di ingegneria. Oltre a perfezionare l’uso di elementi come l’arco e la volta, hanno rivoluzionato le costruzioni con l’invenzione del cemento romano. Questo materiale, economico e resistente, ha permesso di costruire edifici su una scala mai vista prima, come il Pantheon, con la sua cupola perfetta, o il Colosseo. Gli acquedotti, con le loro arcate che attraversano paesaggi interi, sono un altro esempio del genio pratico romano, non solo belli, ma incredibilmente funzionali.

L’impatto dell’architettura romana non si è limitato solo al loro impero. Il loro stile, basato su colonne, archi e cupole, è stato ereditato e reinterpretato da diverse culture. Durante il Rinascimento, come abbiamo visto, questo ha portato alla nascita di capolavori come la cupola di Brunelleschi a Firenze e la Basilica di San Pietro a Roma, che riprendono elementi classici in una nuova e grandiosa scala.

Ma l’influenza romana va ben oltre l’Italia. Il neoclassicismo, un movimento che ha dominato l’architettura in Europa e negli Stati Uniti tra il XVIII e il XIX secolo, si è ispirato direttamente alle forme e ai principi romani. Pensate ai palazzi di Washington D.C., come la Casa Bianca e il Campidoglio, che con le loro colonne e cupole richiamano l’ideale di una repubblica forte e duratura.

Ancora oggi, gli elementi dell’architettura romana sono onnipresenti: negli edifici pubblici, nelle banche, nei teatri e persino nelle case moderne. Ogni volta che vediamo una cupola, un arco o un colonnato, stiamo osservando un pezzo di storia romana. L’architettura romana è una testimonianza tangibile di come le grandi idee possano viaggiare nel tempo e nello spazio, continuando a ispirare e a influenzare il nostro mondo.

Siamo arrivati alla fine di questo secondo episodio. Spero che questo podcast sull’architettura Romana vi abbia incuriosito! Nel prossimo episodio parleremo del Barocco in Italia.

Grazie per avermi ascoltato. Se volete leggere la trascrizione di questo episodio, la trovate nella sezione dedicata sul mio blog: www.italianodavivere.com.

Vi aspetto la prossima settimana per una nuova puntata di “Italianodavivere”! Ciao a tutti!

S2E1 I capolavori del Rinascimento

Ciao a tutti e benvenuti nella seconda stagione di “Italianodavivere”, il podcast pensato per tutti gli amanti della lingua e della cultura italiana. Sono Francesco, e sono davvero felice di ricominciare questo viaggio con voi!

Nella prima stagione abbiamo esplorato vari argomenti, ma questa volta abbiamo un piano molto speciale. Da oggi fino a giugno, ogni mese ci concentreremo su un tema specifico, con quattro episodi dedicati. Sarà un vero e proprio percorso attraverso l’Italia, un viaggio che toccherà l’arte, la storia, le tradizioni culinarie, il cinema, la musica e molto altro. È un’occasione unica per scoprire l’Italia da vivere, in tutti i suoi aspetti.

Questo mese il nostro focus è sui capolavori dell’arte e dell’architettura italiana. Iniziamo subito con un periodo che ha cambiato il mondo intero: il Rinascimento.

Il Rinascimento è stato un momento incredibile di rinascita, un’epoca in cui l’uomo era al centro dell’universo. Se pensate a quest’epoca, vi verranno in mente subito tre nomi: Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello.

  • Leonardo da Vinci: Genio universale, non solo un pittore ma anche uno scienziato, un inventore, un ingegnere. Pensate alla Gioconda, il ritratto più famoso al mondo, o all’Ultima Cena. Non sono solo dipinti, sono studi profondi sulla natura umana, sull’emozione e sulla prospettiva. Leonardo non si limitava a dipingere, ma cercava di capire il perché delle cose.
  • Michelangelo Buonarroti: Un artista che sentiva una connessione speciale con la materia, in particolare con il marmo. Lo chiamava “il suo fardello”. Ha scolpito capolavori come il David, un simbolo di forza e bellezza. Ma non solo scultura, il suo affresco nella Cappella Sistina è un’opera così vasta e complessa da lasciare senza fiato. Si dice che abbia lavorato per anni, quasi sempre da solo, sdraiato su un’impalcatura per dipingere quel soffitto.
  • Raffaello Sanzio: Considerato da molti il pittore della perfezione. Le sue opere sono caratterizzate da un’armonia e una grazia uniche. Ha dipinto Madonne dolcissime e ritratti incredibilmente realistici. La sua “Scuola di Atene” è un capolavoro che celebra il sapere e la filosofia. Se vi trovate in Vaticano, è una delle prime opere che vi farà innamorare.

Questi tre artisti non hanno solo lasciato opere magnifiche, ma hanno anche influenzato generazioni di artisti dopo di loro, e continuano a essere un’ispirazione per tutti noi.


Siamo arrivati alla fine di questo primo episodio. Spero che questo piccolo viaggio nel Rinascimento vi abbia incuriosito! Nel prossimo episodio parleremo dell’architettura romana e del suo impatto.

Grazie per avermi ascoltato. Se volete leggere la trascrizione di questo episodio, la trovate nella sezione dedicata sul mio blog: www.italianodavivere.com.

Vi aspetto la prossima settimana per una nuova puntata di “Italianodavivere”! Ciao a tutti!

S01E17 il caffè un rituale italiano

Ciao  benvenute e benvenuti  su Italianodavivere, io sono Francesco. Oggi parliamo di caffè. Sì, perché in Italia, il caffè non è solo una bevanda, è un vero e proprio rito, un momento sacro che scandisce le nostre giornate.

Chi di voi non si è mai svegliato con l’aroma inconfondibile del caffè? Che sia il borbottio della moka a casa o il sibilo della macchina al bar, è un suono che sa di “buongiorno”, di tradizione e di Italia. Ma come siamo arrivati a fare del caffè una tale istituzione? Arrivato in Italia secoli fa, prima a Venezia, si è diffuso lentamente, conquistando cuori e palati fino a diventare il simbolo che conosciamo oggi.

Qui da noi non esiste solo “il caffè”. Abbiamo il ristretto, un concentrato di energia per chi va di fretta; il lungo, per chi vuole godersi un po’ di più il momento; il macchiato, con una nuvola di latte; il cappuccino, la nostra coccola preferita per la colazione, attenzione, solo a colazione per gli italiani doc! E poi c’è il corretto, per i più audaci. Ogni variante ha il suo momento, la sua storia, il suo perché.

Ma la vera magia avviene al bar. Il bancone è un palcoscenico: gente che entra ed esce, chiacchiere veloci, un euro e cinquanta e via. È un punto d’incontro, un luogo di scambi rapidi, un termometro della vita quotidiana. E vogliamo parlare del “caffè sospeso”? Quella bellissima tradizione napoletana di lasciare un caffè già pagato per chi non può permetterselo. È la dimostrazione che il caffè unisce, è un gesto di solidarietà.

E a casa? La moka, signori, la moka! Non c’è casa italiana che non ne abbia una. Il rumore del vapore, l’odore che si diffonde in ogni stanza… è un rituale familiare, un momento di calma prima che la giornata prenda il via. È il profumo della casa, della domenica, dei risvegli lenti.

Insomma, il caffè è molto più di una semplice tazza di bevanda calda. È un momento di pausa, un pretesto per due chiacchiere, un simbolo della nostra socialità. È energia e tradizione racchiuse in una tazzina.Grazie come sempre per aver passato qualche minuto con me, i podcast di Italianodavivere vanno in vacanza per due settimane, ci risentiamo domenica 20 luglio con la puntata speciale sul Giappone .). Vi ricordo che trovate le trascrizioni di tutti i podcast su italianodavivere.com.

S01E16 Il gelato un simbolo italiano che si scioglie in bocca

Ciao bentornate e bentornati su Italianodavivere. Sono Francesco oggi l’argomento del nostro podcast è  goloso, rinfrescante e credetemi profondamente culturale. Parleremo di un’icona italiana che tutto il mondo ci invidia: il gelato. Ma non solo del suo sapore squisito, quanto piuttosto del suo valore intrinseco nella cultura e nelle abitudini degli italiani.

Pensate al gelato non come un semplice dessert, ma come un vero e proprio rituale. Per noi italiani, non è solo una pausa rinfrescante in una giornata calda, è molto di più. È il profumo della libertà dopo la scuola, la merenda al parco con i nonni, la passeggiata serale con gli amici. Il gelato è una scusa perfetta per incontrarsi, chiacchierare, rallentare il ritmo frenetico della vita.

Quante volte, dopo una cena abbondante, un italiano dirà: “Che ne dite di un giretto per un gelato?”. Non è una richiesta, è quasi un’affermazione! Il gelato chiude un pasto in famiglia, celebra un’uscita tra colleghi, addolcisce un primo appuntamento. È democratico, alla portata di tutti, eppure offre un’esperienza sensoriale ricca e appagante. La gelateria poi, non è un semplice negozio, ma un punto di ritrovo, un salotto a cielo aperto dove si osservano le persone, si scambiano due chiacchiere e si assaggia la novità del giorno.

La  storia del gelato è  affascinante affonda le sue  radici nel Rinascimento, con la Corte dei Medici a Firenze che ne fu una delle culle. Da allora, la passione per il gelato si è evoluta, trasformandosi in una vera e propria arte artigianale. Parliamo di maestri gelatieri che conoscono i segreti degli ingredienti freschi, della temperatura perfetta, della mantecazione ideale per ottenere quella cremosità unica. Ogni cucchiaiata è il risultato di ricerca, passione e dedizione. E la nostra attenzione per la qualità degli ingredienti è insuperabile: pistacchio di Bronte,  limone della Costiera Amalfitana,  cioccolato al gianduia di Torino ogni gusto racconta un pezzo del nostro territorio.

Il valore culturale del gelato si vede anche nella sua diffusione globale. Quando un turista viene in Italia, una delle prime cose che vuole provare è il vero gelato artigianale. E quando un italiano va all’estero, spesso cerca disperatamente una gelateria che sappia replicare quel sapore di casa. Il gelato è diventato un ambasciatore della nostra cultura, un simbolo della nostra capacità di creare bellezza e piacere con ingredienti semplici e tanta passione. È un pezzo d’Italia che si può gustare ovunque, ma che qui, sul nostro territorio, ha un sapore ancora più autentico.

La prossima volta che gusterete un cono o una coppetta, ricordate che non state solo mangiando un dessert. State partecipando a un rito, state assaporando la storia, la tradizione, l’artigianalità e, soprattutto, state vivendo un pezzo della cultura italiana. 

Grazie per aver ascoltato Italianodavivere, vi ricordo che trovere la trascrizione di questo podcast e tanto altro  su italianodavivere.com dove potrete scrivere nei commenti il vostro gusto preferito.

S01E15 L’Italia sotto il sole cocente

Ciao bentornate e bentornati,  su Italianodavivere il podcast che vi porta nel cuore della cultura e della quotidianità italiana. Sono Francesco, e oggi parleremo di un argomento che, letteralmente, ci sta facendo sudare: il grande caldo che è arrivato in Italia!

L’estate è scoppiata in tutta la sua potenza. Qui, in Italia, siamo abituati alle alte temperature estive, ma quest’anno sembra che il sole abbia deciso di darci il benvenuto con un’intensità particolare. Come si organizzano gli italiani per “sopravvivere” a questo caldo afoso?

La prima cosa che salta all’occhio è l’adozione di un vero e proprio lifestyle estivo. Dimenticatevi la frenesia dell’inverno: le giornate si dilatano, i ritmi rallentano.

Prima di tutto, la siesta. Non è solo un cliché spagnolo! Anche se non si chiama proprio così, molti italiani, soprattutto al Sud, tendono a riposare nelle ore più calde del pomeriggio, magari dalle 13 alle 16. Negozi che chiudono, strade che si svuotano… è il momento di ricaricare le energie e sfuggire al sole.

E poi, ovviamente, cibo e bevande. Inutile dire che il gelato diventa un must! Non è più solo un dessert, ma un vero e proprio pasto sostitutivo, una pausa rinfrescante a qualsiasi ora del giorno. Dalle gelaterie artigianali con gusti ricercati alle vaschette del supermercato, il gelato è il nostro alleato numero uno.

Le nostre tavole si riempiono di cibi freschi e leggeri. Insalate di riso, caprese, prosciutto e melone, carpaccio. E, ovviamente, tanta acqua. Non c’è limite alla quantità d’acqua che si beve in questi giorni. Ma non solo: la granita, specialmente quella siciliana, è un vero toccasana. E poi il caffè freddo, shakerato, per chi non vuole rinunciare all’espresso anche con 40 gradi all’ombra. O la semplice e dissetante limonata fatta in casa!

Parlando di abbigliamento, l’imperativo è uno solo: leggero e traspirante! Lino, cotone, colori chiari. Dimenticate il nero.

E per trovare rifugio? Beh, i condizionatori sono ormai diffusissimi, sia nelle case che negli uffici e nei negozi. Il sollievo che danno è impagabile, ma gli italiani sono anche maestri nell’arte di areare la casa solo nelle ore più fresche, creando correnti d’aria con le finestre aperte la mattina presto o la sera tardi, e tenendo le persiane e le tapparelle abbassate durante il giorno per non far entrare il caldo.

E se siete fuori casa? Ci si rifugia nei parchi all’ombra degli alberi, nelle piazze con fontane dove l’acqua crea un po’ di refrigerio, o ovviamente al mare. Chi può, scappa verso le coste per un tuffo rinfrescante o cerca ristoro nelle località di montagna.

Nonostante il disagio, c’è una cosa che non manca mai agli italiani: la capacità di affrontare anche il caldo con un pizzico di ironia e resilienza. Le lamentele sono parte del gioco, certo, ma c’è sempre un modo per trovare il lato positivo. Magari una cena all’aperto che si protrae fino a tarda notte, una passeggiata sul lungomare o semplicemente il piacere di stare in compagnia sorseggiando una bevanda fresca.

Il caldo ci unisce in un senso di “squadra”: ci si lamenta insieme, ci si scambia consigli su come rinfrescarsi e si apprezzano ancora di più i momenti di tregua.

Per oggi è tutto da Italianodavivere. Se volete scrivetemi nei commenti come è la  situazione climatica nei vostri Paesi in questo periodo. Vi ringrazio per essere stati con me, visitate il sito italianodavivere.com per la trascrizione di questo podcast e per leggere articoli di cultura e di grammatica italiana.  Vi do appuntamento alla prossima puntata per un nuovo viaggio nella lingua e nella cultura italiana.

S01E14 La leggenda dell’Anatra d’oro di Varsavia

Ciao e benvenute e benvenuti alla nuova puntata di italianodavivere, io sono Francesco e oggi grazie a Margot vi presento: La Leggenda dell’Anatra d’Oro di Varsavia

Tanto tempo fa, nei sotterranei del Palazzo della famiglia Ostrogskich  chiedo scusa per la pronuncia(dove oggi si trova il Museo Chopin) a Varsavia, si diceva che vivesse una principessa trasformata da un incantesimo in un’anatra d’oro. La leggenda narrava che chiunque fosse riuscito a trovarla sarebbe diventato incredibilmente ricco.

Molti avventurieri, accecati dalla brama di ricchezza, cercarono di trovarla, ma nessuno ci riuscì. La storia dell’Anatra d’Oro giunse un giorno alle orecchie di un giovane e povero calzolaio di nome Lutek. Egli, non avendo nulla da perdere e sperando in un futuro migliore, decise di tentare la fortuna.

In una notte di mezza estate, Lutek si avventurò nelle oscure e umide segrete del castello. Dopo aver vagato a lungo, perse quasi ogni speranza di trovare qualcosa, finché non si ritrovò in una grande camera con una volta alta e decorata d’oro. Lì, su un lago scintillante, nuotava la magnifica Anatra d’Oro.

L’Anatra gli parlò, promettendogli immensa ricchezza: cento ducati d’oro in una borsa. Ma pose una condizione severissima: Lutek avrebbe dovuto spendere tutti i ducati in un solo giorno e non avrebbe potuto condividere nemmeno un ducato con nessun altro. Se avesse rispettato queste condizioni, sarebbe diventato un uomo ricchissimo; in caso contrario, sarebbe rimasto povero per sempre e avrebbe perso tutto ciò che aveva comprato.

Lutek, euforico, prese la borsa e corse fuori dal castello. Varsavia si stava svegliando e lui iniziò a comprare tutto ciò che aveva sempre desiderato: abiti lussuosi, cibo squisito, gioielli e si diede ai piaceri della vita. Ma il tempo passava, e si rese conto che spendere così tanti soldi solo per sé stesso era più difficile del previsto. La borsa era ancora pesante.

Verso sera, con la borsa ancora piena, Lutek vide un vecchio soldato mendicante seduto per strada, sporco e affamato e senza una gamba. Il suo cuore si intenerì alla vista della miseria dell’uomo. Senza pensarci due volte, Lutek tirò fuori una manciata di ducati e li diede al soldato.

Nell’istante in cui i ducati passarono di mano, ci fu un lampo di luce e l’Anatra d’Oro apparve davanti a lui. “Non hai mantenuto la tua promessa!” disse con voce severa. In un attimo, tutto ciò che Lutek aveva comprato svanì. Si ritrovò vestito di stracci, con le tasche vuote, proprio come prima.

Il vecchio soldato, che in realtà era un saggio camuffato, disse a Lutek: “Non sono le ricchezze, né i ducati che rendono felici. Solo il lavoro onesto, la salute e un cuore buono.”

Lutek, pur deluso, capì la lezione. Da quel giorno, lavorò diligentemente come calzolaio, divenne un maestro nel suo mestiere, si sposò e visse una vita onesta e felice. Non cercò mai più l’Anatra d’Oro, avendo compreso che la vera ricchezza risiede nella laboriosità e nella generosità.

Grazie per avermi ascoltato, ringrazio in modo particolare Margot per l’idea. Se volete raccontarmi le leggende dei vostri paesi mi farebbe piacere creare nuovi podcast. Come sempre troverete la trascrizione sul sito italianodavivere.com. Alla prossima puntata. Ciao

S01E13 Il referendum del 8 e 9 giugno in Italia

Ciao, benvenuti e benvenute  a ItalianodaVivere

Sono Francesco, e sono davvero felice di trovarvi qui oggi, ovunque voi siate nel mondo! So che state imparando l’italiano e che siete curiosi di capire meglio il mio Paese. Oggi parliamo di un argomento molto importante che riguarda la democrazia e la partecipazione dei cittadini in Italia: i referendum che si terranno l’8 e 9 giugno.

Forse non ne avete sentito parlare molto o forse avete sentito solo persone che invitano a non andare a votare. Ma è davvero questo il senso dei referendum in un Paese democratico? 

In Italia, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 25 aprile, un giorno storico per l’Italia, ha detto una frase molto significativa: “Non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità.”

Cosa significa questa frase? Significa che non dobbiamo accettare che i cittadini non si interessino alla politica e non vadano a votare. Pensate alla democrazia come a una pianta: se non la innaffiamo e non ce ne prendiamo cura, non cresce bene. Mattarella ci dice che la nostra democrazia è stata costruita con tanta fatica e che dobbiamo difenderla.

Perché è così importante difenderla? Perché, come dice una giornalista famosa, Lilli Gruber, ci sono alcune forze politiche che amano l’idea di avere un “uomo forte al comando”. Un uomo o una donna che decide tutto da solo, senza che nessuno possa controllare il suo potere. Questo, per la democrazia, è pericoloso.

Cosa sono i Referendum e cosa votiamo?

Allora, che cosa sono questi referendum? In Italia, un referendum è un voto speciale in cui tutti i cittadini possono decidere direttamente su una legge o su una proposta eliminandola. Il nostro referendum è un referendum abrogativo.  È come se milioni di persone votassero “sì voglio eliminare la legge in vigore attualmente” o “no non voglio eliminarla”.L’8 e 9 giugno, si voterà su cinque referendum che riguardano argomenti molto, molto importanti per la vita delle persone che vivono e lavorano in Italia. 

  • Sicurezza sul lavoro: c’è un referendum che chiede se le aziende devono essere più responsabili quando succedono incidenti sul lavoro. È un tema che riguarda la protezione e la salute di chi lavora.
  • Contratti di lavoro e licenziamenti: ci sono tre referendum che toccano le regole sui contratti di lavoro e sui licenziamenti. Sono questioni che influenzano la stabilità e i diritti di chi ha un impiego.
  • Diritti di cittadinanza per gli immigrati: un referendum propone di cambiare le regole per gli immigrati che vogliono ottenere la cittadinanza italiana. È un tema importante per l’integrazione e per come le persone vivono insieme nella società.

Lilli Gruber sottolinea che votare, in questi casi, non è solo un diritto ma è anche un dovere civico. Un “dovere civico” significa che è importante farlo per il bene della tua comunità e del tuo Paese.

Ora, parliamo di una situazione che sta facendo molto discutere in Italia. Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, che è la seconda carica più importante dello Stato italiano (dopo il Presidente della Repubblica), ha detto pubblicamente: “Farò propaganda perché la gente stia a casa.” Cioè, lui inviterà le persone a non andare a votare! Perché la giornalista Gruber trova questo grave? Perché La Russa, in quanto Presidente del Senato, rappresenta tutte le istituzioni italiane, non solo il suo partito politico. E Gruber critica il fatto che spesso il suo partito mescoli gli interessi dello Stato (che sono di tutti i cittadini) con gli interessi del proprio gruppo politico (che sono solo di pochi). Questo, dice la Gruber, “danneggia la democrazia”.

C’è anche un fatto curioso: solo due giorni prima, lo stesso La Russa aveva detto che stava ancora pensando se andare a votare. Poi, all’improvviso, ha cambiato idea. Questo cambiamento improvviso di opinione è stato, secondo la Gruber, un ordine preciso dal partito di Giorgia Meloni, il (la) Presidente del Consiglio. Sembra quasi che gli interessi del partito siano più importanti degli interessi dello Stato intero.

La Gruber ci invita a pensare a una grande contraddizione. Molte volte, quando il governo riceve delle critiche, risponde dicendo: “Noi abbiamo i voti dei cittadini!”. Questo significa: “Il popolo ci ha votato, quindi possiamo fare quello che vogliamo.” Ma se il voto dei cittadini è così sacro e importante, come mai lo stesso Presidente del Senato invita le persone a non andare a votare ai referendum?

È come se ci fosse una domanda: “Il voto è ‘buono’ e importante solo quando è utile al mio partito?” Questa è una domanda che ci fa riflettere molto sul vero significato della partecipazione democratica.

Spero che questa spiegazione vi abbia aiutato a capire meglio cosa sta succedendo in Italia. È importante che, anche se vivete all’estero, manteniate viva la curiosità e l’interesse per la vita democratica del mio Paese. Questo vi aiuta non solo a capire l’italiano, ma anche la nostra cultura e come funziona la nostra società.

E voi, cosa ne pensate di tutto questo? Credete che sia importante partecipare a questi voti, anche se non vivete in Italia? Scrivetemi i vostri pensieri, sono curioso di leggerli! 

Grazie per avermi ascoltato come sempre troverete la trascrizione del podcast su italianodavivere.com. Ci sentiamo la prossima settimana. Ciao.